Nel 2013 è stata parzialmente abolita l’Imu sulla prima casa, ma nel 2014 ritorna con il nome di Tasi. Questa probabilmente è la novità più importante in materia di tasse sulla casa per l’anno prossimo, ma non l’unica.
Ai provvedimenti previsti dalla Legge Stabilità 2014, in effetti, potranno aggiungersi a breve almeno altri due, e cioè la modifica della Tasi e il nodo del mini-conguaglio Imu prima casa per i Comuni che hanno aumentato l’aliquota (oltre lo 0,4%) che bisogna pagare entro il 24 gennaio.
Nuovo tributo IUC per l’abitazione principale
A partire dal 2014, almeno dal punto di vista formale per chi ha una sola abitazione e vi risiede, ci sarà un unico tributo, lo Iuc. Tuttavia, questo si articolerà in due voci differenti, ovvero la Tasi (Tassa sui servizi indivisibili) e la Tari (Tassa sui rifiuti). Quindi sono due tasse, con aliquote e presupposti diversi.
In più, sugli immobili differenti dall’abitazione principale oltre allo Iuc ci sarà ancora l’Imu. E se questo immobile non è locato nel medesimo Comune in cui si ha la prima casa, bisogna pagare anche il 50% dell’Irpef sulla rendita catastale dell’immobile. In quest’ultima situazione le tasse sulla casa sono addirittura quattro: Iuc (Tari + Tasi) + Imu + 50% Irpef.
Per l’anno prossimo è prevista una clausola di salvaguardia: la somma tra aliquota Tasi e aliquota Imu non potrebbe oltrepassare l’aliquota massima dell’Imu (1,06%). Questa regola però rende inapplicabile la Tasi nei grandi Comuni, perché l’Imu è già al massimo, lasciando senza spazi di manovra alle amministrazioni comunali per trovare nuove risorse.
Quanto costerà la TASI sull’abitazione principale?
Si parla di una versione riveduta ma comunque simile all’Imu prima casa; tuttavia, sapere con precisione quanto costerà la Tasi ai contribuenti in questo momento è impossibile, ovvero si possono fare calcoli, ma difficilmente resteranno validi nelle prossime settimane.
Secondo la Legge di Stabilità 2014 i Comuni non potranno applicare sulle prime case un‘aliquota maggiore dello 0,25%, calcolato sullo stesso imponibile dell’Imu. I Comuni potrebbero comunque applicare un’aliquota 0% oppure prevedere detrazioni dall’imposta ma questo sarebbe fatto a loro spese.
Se tutto dovesse rimanere come finora, le abitazioni di basso valore che prima erano esentate potrebbero pagare la tassa, mentre gli immobili di pregio potrebbero godere di tributi più agevolati di prima. E secondo i Comuni, mancheranno nelle loro casse 1 miliardo e mezzo di euro con questo meccanismo.