Dal 2014 la Tasi, la tassa sui servizi indivisibili erogati dai Comuni, varrà più dell’Imu sull’abitazione principale: il nuovo tributo, infatti, con aliquota dell’1 per mille, porterà ai Comuni italiani 3.764 milioni di euro, contro i 3.331 milioni dell’Imu con aliquota al 4 per mille. Questo quanto si legge nella relazione tecnica definitiva alla Legge di stabilità 2014.
E se i conti si sono basati sull’aliquota dell’1 per mille, i tetti sull’abitazione principale del tributo sui servizi indivisibili potranno arrivare al 2,5 per mille, contro 11,6 di Imu più Tasi sugli altri immobili (10,6 per mille per l’Imu più 1 per mille per la Tasi). Se per il 2012, quindi, l’Imu fuori dall’abitazione principale ha raggiunto in media quota 9,3 per mille (con uno scarto di 2,3 punti rispetto all’11,6 per mille), si può notare come la Tasi abbia un margine di aumento fino al 2,5 per mille rispetto all’abitazione principale e del 2,3 per mille sul resto. Passaggio che potrà, in definitiva, far salire il conto da 3.764 milioni con aliquota all’1 per mille fino a 9 miliardi con aliquota al massimo. Scarto di 433 milioni che arriva per 400 milioni dalle detrazioni aggiuntive per ogni figlio convivente fino a 26 anni che accompagnavano l’Imu e che da fine 2013 non saranno più applicabili.
Se quindi con la scomparsa dell’Imu si pensava di alleggerire la pressione fiscale sull’abitazione, ci si dovrà ricredere: si modifica la distribuzione del carico piuttosto, e non senza rischi per i proprietari di altri immobili i quali, senza mettere in conto aumenti di aliquota, rischiano di pagare di più, con l’1 per mille della Tasi che si andrebbe ad aggiungere anche all’aliquota massima raggiunta dall’Imu. E se la deducibilità Ires-Irpef del 20% dell’Imu sugli immobili strumentali regala uno sconto medio da 58 euro ogni 100mila di valore catastale, la Tasi produce un aumento di 100 euro.
Ma il Ministero dell’Economia e delle Finanze ci tiene a fornire alcuni chiarimenti: il confronto tra Tasi e le attuali imposte, spiega il Mef, “deve tenere in considerazione non solo l’Imu ma anche la componente Tares relativa ai servizi indivisibili“. Il gettito previsto dalla Tasi, quindi, pari a circa 3,7 miliardi con aliquota all’1 per mille è inferiore a quello di 4,7 miliardi garantito oggi dall’Imu sull’abitazione principale e dalla Tares servizi indivisibili. Ultima parola ai Comuni, insomma, ai quali sono affidate le decisioni sull’applicazione della Tasi rispetto alle categorie che potranno decidere di tutelare o meno.