In vista della prossima riunione della Bce in programma il 2 febbraio, che decidere un nuovo aumento dei tassi d’interesse, la Federazione autonoma bancari italiani ha realizzato una analisi con dati e previsioni su come è cambiato il credito alle famiglie del nostro Paese. Le famiglie indebitate, in Italia, sono 6,8 milioni, pari a circa il 25% del totale: di queste, 3 milioni e mezzo hanno un mutuo per l’acquisto di una casa.
Nel corso del 2022, secondo quanto emerge dall’analisi della FABI, i tassi di interesse sui prestiti sono notevolmente aumentati e nuovi incrementi sono inevitabili se, come previsto, il costo del denaro verrà ulteriormente aumentato. Per quanto riguarda i nuovi mutui, le rate di quelli a tasso fisso sono quasi raddoppiate, mentre per quelli a tasso variabile il rimborso mensile è salito del 24%. Le rate dei vecchi mutui a tasso fisso, cioè quelli erogati tra fine del 2021 e inizio 2022, non cambiano e resteranno intatte fino al termine del piano di rimborso.
Le rate dei vecchi mutui a tasso variabile sono cresciute in media del 43%: vuol dire che chi pagava una rata di circa 500 euro al mese, oggi paga, al mese, 715 euro ovvero 215 euro in più. I nuovi mutui a tasso fisso sono passati da un interesse medio di circa 1,8% anche oltre il 4% con le rate mensili che, pertanto, possono risultare, sulla base delle offerte delle banche, anche raddoppiate. I nuovi mutui a tasso variabile sono arrivati al 2,8% dallo 0,6% di fine 2021: vuol dire che per un prestito da 150.000 euro della durata di 20 anni la rata mensile oggi è di 825 euro, ben 160 euro in più (+24%) rispetto a quella che si sarebbe ottenuta un anno fa ovvero 665 euro.
Un mutuo per 200.000 euro, con tasso 3,9% – durata 25 anni – la rata mensile 1.056 euro. Un mutuo da 100.000 euro – tasso 3,7% – durata 25 anni – la rata mensile è 517 euro. In aumento anche le rate per i prestiti. Alla fine del 2021 il tasso d’interesse medio era dell’8,1%, oggi è del 10,9%: per acquistare un’automobile da 25.000 interamente a rate, con un finanziamento da 10 anni, il costo totale passa da 37.426 euro a 42.272 euro, con una differenza complessiva di 4.847 euro (+13%). Per acquistare una lavatrice da 750 euro interamente a rate, con un finanziamento da 5 anni, il costo totale passa da 942 euro a 1.012 euro, con una differenza complessiva di 70 euro (+7,5%).
L’aumento del costo del denaro determinato dalla stretta monetaria avviata dalla Bce comincia ad avere un impatto importante sulle tasche degli italiani. Il prossimo direttivo dell’Eurotower in agenda giovedì che, con ogni probabilità rialzerà ancora i tassi d’interesse dello 0,50%, con effetti immediati sulle famiglie indebitate che, in Italia, sono 6,8 milioni, pari a circa il 25% del totale: di queste, 3 milioni e mezzo hanno un mutuo per l’acquisto di una casa.
Per quanto riguarda i nuovi mutui, quelli a tasso fisso sono passati da un interesse medio di circa l’1,8% ad anche oltre il 4%, con le rate mensili che, pertanto, possono risultare, sulla base delle offerte delle banche, persino raddoppiate. I nuovi mutui a tasso variabile sono arrivati al 2,8% dallo 0,6% di fine 2021: vuol dire che per un prestito da 150.000 euro della durata di 20 anni la rata mensile oggi e’ di 825 euro, ben 160 euro in piu’ (+24%) rispetto a quella che si sarebbe ottenuta un anno fa ovvero 665 euro.
Quanto ai vecchi mutui, invece, nessuna differenza per quelli a tasso fisso, mentre le rate di quelli a tasso variabile hanno subito aumenti fino al 43%. In sintesi, chi pagava una rata di circa 500 euro al mese, oggi paga, al mese, 715 euro, ben 215 euro in piu’. Stessa sorte per i finanziamenti al consumo; A fine 2021 il tasso d’interesse medio era dell’8,1%, oggi e’ del 10,9%.
Ad esempio, per acquistare un’automobile da 25.000 euro interamente a rate, con un finanziamento da 10 anni, il costo totale passa da 37.426 euro a 42.272 euro, con una differenza complessiva di 4.847 euro (+13%), mentre per comprare una lavatrice da 750 euro interamente a rate, con un finanziamento da 5 anni, il costo totale passa da 942 euro a 1.012 euro, con una differenza complessiva di 70 euro (+7,5%).