Crescono le compravendite immobiliari residenziali in Italia nei primi 9
mesi dell’anno: sono 162mila in più di quelle compravendute nello stesso periodo nel 2020 (+43%) ed oltre 100mila in più di quelle dei primi tre trimestri del 2019 (+23%).
Secondo il 45% degli operatori immobiliari FimaCase, boom a – Federazione italiana mediatori agenti d’affari, aderente a ConfcommercioImprese per l’Italia – nel II semestre del 2021 il numero di compravendite risulterebbe ancora in crescita: ciò porta il numero di scambi atteso per il 2021 ad oltre 700mila compravendite.
Non accadeva dal 2008. Sempre secondo la maggioranza degli agenti immobiliari (46%) contestualmente si è registrato una diminuzione dell’offerta di abitazioni in vendita: tanta domanda e una tendenziale diminuzione dell’offerta provoca un aumento dei prezzi delle case, che sono cresciuti in media del 5,3% dal 2019.
Le previsioni per i primi sei mesi del 2022 attestano un ulteriore rialzo dei valori immobiliari pari al 2,2%.
Secondo il 35,8% degli agenti interpellati la propensione ad acquistare abitazioni nell’attuale fase di mercato è dovuta ai tassi di interesse sui mutui particolarmente
favorevoli: quote di giudizi più elevate si riscontrano nelle province più popolose (43%) e nel Centro Italia (oltre 39%). Nel Nord del Paese la quota dei giudizi è risultata un po’ meno consistente (33,6%).
Seguono con il 22,2% di opinioni le esenzioni delle imposte e possibilità di erogazione di un mutuo fino al 100% per i giovani sotto i 36 anni: tale misura sembra essere particolarmente apprezzata nelle Regioni del Centro Italia (29,1%) ma risulta meno incisiva, a giudizio degli agenti, nel Sud Italia (dove è stata scelta da poco oltre il 15% dei rispondenti). Il 19,5% di risposte si riferisce al superbonus 110%, a cui seguono l’alta liquidità delle famiglie (quasi 11% dei giudizi): in quest’ultimo caso la quota di risposte risulta massima nel Sud e Isole (22,7%) minima nelle Regioni del Centro
(5,1%).
Punti di debolezza del mercato a giudizio degli operatori interpellati (in ordine decrescente):
– La certificazione urbanistica-catastale che rallenta il processo di vendita a causa dei lunghi tempi di attesa per reperire i documenti urbanistici, scelta dal 36,0% di intervistati, con una discreta omogeneità di giudizi presente in tutte le circoscrizioni territoriali;
– La preoccupazione per l’aumento della tassazione immobiliare con l’annunciata riforma degli estimi (22,3%): nel Sud e Isole è ritenuta meno rilevante (15,3% dei giudizi);
– Con il 19,5% di giudizi la misura del 110% che non ha dato gli effetti auspicati;
– Con il 10,9% la presenza del Sars-cov 2 che rallenta o fa procrastinare il processo di vendita, causa più avvertita nelle regioni meridionali e insulari (22,7%) e meno in quelle dell’Italia settentrionale (8%) e centrale (5,1%);
– Il 6% dei giudizi riferisce di una difficoltà di accesso al credito: la quota sale fino al 7,8% nel Nord, è minima e pari a 1,5 punti percentuali nel Sud e Isole. In questo giudizio generico sono espresse difficoltà riguardanti le basse disponibilità economiche degli acquirenti, i lunghi tempi di attesa per le delibere dei mutui, l’incertezza nel mondo del lavoro.